Piazza Donatello, il cimitero degli inglesi

Articolo Pubblicato su Firenze Informa nel 2006
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando


Nell’Ottocento a Firenze risiedevano molti stranieri, numerosi infatti erano gli inglesi, gli svizzeri ed  i francesi, ma nutrita era anche la presenza di russi, polacchi, ungheresi, tedeschi e statunitensi. Si trattava per lo più di imprenditori, intellettuali, artisti o rappresentanti della nobiltà internazionale, che per motivi di affari, di studio o di semplice villeggiatura avevano deciso di trasferirsi nella capitale lorenese.
Nonostante le idee liberali e tolleranti che caratterizzavano il governo del Granducato, per gli stranieri o gli italiani non cattolici, vigevano regole restrittive nella pratica della loro fede, ma in particolare per la sepoltura dei morti. Per esempio, il Papato da secoli aveva giudicato scismatica la Chiesa Ortodossa, quindi  in Italia, i russi non avevano il diritto di seppellire i propri cari nei cimiteri cattolici, ed in Toscana solo a Livorno esisteva un antico cimitero greco-ortodosso in cui potevano essere sepolti i non cattolici.
Le colonie straniere presenti in Toscana mal sopportavano però queste limitazioni, tanto che la comunità svizzera decise di attivarsi politicamente e finanziariamente per costruire a Firenze un cimitero acattolico. Nel 1826, Jean Pierre Gonin, imprenditore svizzero, ma residente da molti anni a Firenze, acquistò dal demanio granducale per conto del Concistoro della Chiesa Evangelica Riformata, di cui era anche presidente, il terreno posto nello spazio che oggi prende il nome di Piazza Donatello, appena fuori le antica mura cittadine ed in prossimità della Porta a’Pinti. Infatti un antico editto granducale, affermato anche durante il periodo napoleonico imponeva, per motivi di igiene,  che le sepolture avvenissero solo in luoghi posti fuori dalle mura cittadine.
Il terreno prescelto era caratterizzato da una leggera altura coperta di cipressi e di rose, residuo del vecchio fossato delle mura cittadine, ed utilizzata dai fiorentini per assistere alle attività ludiche che solitamente si svolgevano nell’ampio spiazzo dove oggi si estende il congestionato viale Matteotti. Proprio questa altura fu il luogo centrale del nuovo cimitero. Costruito su progetto dell’architetto Carlo Reishammer, fu inaugurato nel 1828 e prese il nome di Cimitero di Porta a’Pinti. La sua struttura era, e si è mantenuta negli anni, molto semplice: due viali principali al cui incrocio, sulla sommità dell'altura, fu posta la colonna fatta erigere da Federico Guglielmo di Prussia nel 1858; intorno, oltre mille tombe disposte senza un ordine predefinito. Nel 1865, a causa dei lavori di urbanizzazione voluti da Giuseppe Poggi per Firenze Capitale, che portarono all’abbattimento delle trecentesche mura e dell’antica porta, il cimitero fu circondato da un muro roccioso, recintato ed isolato tra le corsie dei viali di circonvallazione in mezzo alla nuova Piazza Donatello.
Il cimitero rimase attivo fino al 1877, quando ormai inglobato nella città, non poteva più accogliere nuove sepolture. Sebbene circa dieci anni fa abbia nuovamente riaperto i suoi cancelli per accogliere le spoglie del coreografo e direttore del Corpo di ballo del Maggio Musicale Fiorentino, il russo Evgenij Poljakov per il quale Firenze era diventata una seconda patria.
Il Cimitero, nonostante fosse di proprietà svizzera ed ospiti 1409 tombe di mercanti ed artisti di sedici nazionalità diverse è da sempre conosciuto come Cimitero degli Inglesi. Tale appellativo è dovuto al fatto che oltre la metà delle corpi qui tumulati (760) è inglese. Tra i personaggi famosi qui sepolti ricordiamo: J.P.Vieusseux, fondatore a Firenze del omonimo gabinetto letterario, il pedagogo Enrico Schneider, il filosofo Sismondi e lo storico R. Davidsohn, gli artisti J.C. Muller, S.G. Counis, e H. Powers, ed i grandi letterati anglo-fiorentini come Elisabeth Barrett Browning, A.H.Clough, W.S.Landor. Il Cimitero è stato immortalato anche in un famoso quadro, “L'isola dei morti" del 1880 (Basilea, Kunstmuseum), del noto pittore svizzero Arnold Böcklin, che a lungo visse a Fiesole, e che così volle ricordare la piccola figlia sepolta proprio nel Cimitero degli Inglesi.
In questi anni una petizione presente on-line sul sito http://www.thepetitionsite.com/takeaction/471134975, sta raccolgiendo delle firme per chiedere all’UNESCO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, di dichiarare questo luogo patrimonio dell’Umanità.
RDF



 

Commenti

Post più popolari