I borghi al di fuori delle mura fiorentine

Le mura del XII secolo
Nella seconda metà  dell’anno Mille, per far fronte al nuovo sviluppo commerciale e demografico di Firenze, fu deciso di ampliare la cerchia muraria. Intorno al 1078 iniziarono così i lavori delle mura definite, successivamente, “antiche” o “matildine” (da Matilde di Canossa che in quel periodo mediava il contrasto tra l’Imperatore Enrico IV ed il papato). Le mura racchiudevano la città entro i seguenti confini: a Nord percorreva lungo l’attuale via de’Cerretani fino a piazza del Duomo. Questo lato era dotato di tre porte: porta dell’Alloro (tra le attuali via de’Conti e via dell’Alloro), la porta del Vescovo (all’inizio dell’attuale Borgo San Lorenzo lato piazza Duomo) e la porta Visdomini (presso l’odierna via de’Servi). Il lato est correva lungo le attuali via del Proconsolo, via dei Leoni e piazza de’Giudici, e qui, al posto dell’attuale palazzo Castellani, sorgeva il castello d’Altrafonte, che aveva il compito di difendere il vicino scalo fluviale, importante snodo per il traffico di merci lungo l’Arno. Su questo lato di mura si aprivano quattro porte: la Porta di San Piero (all’inizio di via del Corso), la porta del Garbo (via dell’Anguillara), la porta Peruzza (borgo de’Greci) e la porta Teuzo (via de’Neri). Il lato difensivo meridionale si sviluppava lungo l’attuale via Lambertesca, dove si apriva la porta di Santa Maria (ancora oggi tale nome è rimasto nella toponomastica locale: via di Por Santa Maria). Il lato occidentale invece partiva da (attuale) piazza di Santa Trinita, percorreva il lato dove oggi c’è via Tornabuoni e chiudeva in via dei Rondinelli. Su questo lato sorgeva la porta Rossa (il nome era dovuto al fatto che si componeva di mattoni di cotto) dove oggi c’è, appunto, via di Porta Rossa, e la porta di San Brancazio (dal vicino monastero di San Pancrazio).
Al di fuori della mura sorgevano dei piccoli insediamenti abitativi, dei borghi popolati da piccoli artigiani. Ancora oggi, nella toponomastica cittadina, alcune vie si chiamano “borghi” (Borgo Ognissanti, Borgo Pinti, Borgo dei SS. Apostoli, Borgo degli Albizi, Borgo San Jacopo, Borgo San Frediano, Borgo Tegolaio, Borgo de’Greci, ecc…) proprio a ricordare questi centri abitati, posti appena fuori dall’allora cerchia di mura. Sul finire del XII° secolo tali borghi furono definitivamente inglobati nelle nuove mura cittadine (la “prima cerchia comunale”) ed in quel periodo Firenze raggiunse 30.000 abitanti. La parola “borgo” deriva dal tardo latino “burgus”, a sua volta influenzato dal germanico “burg” cioè luogo fortificato, poi, con il tempo, si è inteso con tale termine una riunione di case, specialmente fuori dalle mura di una città, formante  un vilaggio (da cui anche subborgo o sobborgo).
Roberto Di Ferdinando

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