La battaglia navale e il Battistero

Immagine tratta da Wikipedia

 “[…] A fianco della scarsella dalla parte di Via Roma, si può notare nella parte basamentale di quel lato a circa un metro dal piano stradale, incastonato nel rivestimento marmoreo eseguito tra XI e il XIII secolo, un consunto bassorilievo del V secolo, poco per niente noto ai fiorentini e
comunemente appellato la Battaglia navale. […].
Si tratta molto probabilmente di un antico ritrovamento rinvenuto in zona ed inserito durante l’esecuzione del rivestimento del
sacro edificio. Verosimilmente il reperto, nonostante la perdita di gran parte dell’opera, potrebbe venire dal frontale di  sarcofago paleocristiano, quando l’economia era ancora legata all’agricoltura. Poi, con il passare dei lustri, durante i quali la tomba può aver accolto
altri defunti con i loro corredi funebri, abbandonata la sua originale funzione come altre volte verificato, l’avello fu probabilmente impiegato in città quale vasca di fontana o abbeveratoio del bestiame: la deduzione prende attendibilità osservando alla pare destra del frontone, una rotonda apertura, poi ben chiusa forse quando si decise di collocare il bassorilievo nel rivestimento del Battistero, incastonandolo fra i bianchi della Lunigiana e
verdi di Prato. […].
L’antica testimonianza archeologica presenta un marmo molto eroso e rotto in due pezzi poi ricollegati insieme, ma forse non in una esatta successione dell’immagine. Si suppone che fra i du pezzi ci fosse un altro, seppur breve frammento, andato perduto con tutto il resto del sarcofago.
In realtà la scena che si osserva ora, pare voglia rappresentare due momenti di vita dell’uomo commerciante e nello stesso tempo agricoltore: quindi vita mercantile e vita artigianale dedita all’agricoltura.
Pertanto, a nostro modesto avviso è da escludere a priori che la rappresentazione raffiguri una qualsivoglia “battaglia” sia terrestre o navale, in quanto non si notano armi impiegate da presunti guerrieri in lotta, privi di elmi e scudi, anche se a sinistra (relativamente al troncone), vediamo una nave romana a vele ammainate e legate al pennone, ormeggiata a riva. Il consunto frontone, comunque è significativo per le notizie che ci fornisce: dall’imbarcazione discende un uomo con la schiena curva perché porta sulle spalle un contenitore, mentre altro in eguale atteggiamento sale a bordo.
La scena sembra quella di un normale attracco di una nave con il relativo carico e scarico della mercanzia.
Nell’altro frammento quasi al centro della scena, si nota il momento agreste della vendemmia con la pigiatura dell’uva in un grande tino […].
Viene da domandarsi perché un reperto così antico sia stato incastonato nel Battistero dedicato a Giovanni Battista. Poiché “niente viene a caso”, è lecito ipotizzare! Azzardiamo così un’altra supposizione, prendo in esame i due tronconi del bassorilievo: nel primo, quello relativo “alla nave”, dobbiamo sapere che un’imbarcazione ha sempre simboleggiato la Chiesa quale traghettatrice di anime beate in Paradiso, inoltre raffigura espressamente che il commercio, caro all’attività dell’Arte Maggiore dei Mercatanti di Calimala molto esperta nel traffico via mare, ed alla quale era affidata l’amministrazione dell’opera di San Giovanni. infatti, sovrastante
La porta nord dell’ottagonale costruzione, si nota ancora l’aquila con il torsello; stemma dell’Arte. Nel secondo pezzo sapendo che la religione cattolica ha sempre rappresentate il vino, il sangue di Cristo simbolo del frutto della terra trasformato in vino dal lavoro […]”
(tratto da: “Il Mistero della Battaglia navale, di Luciano e Riciardo Artusi, in Reporter di marzo 2014)

Commenti

  1. ....non ci avevo mai fatto caso! Appena vado in centro corro subito a scoprire questa chicca! Grazie, come sempre! :)

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