"Una pacifica e civile rivoluzione: sventola in Piazza la bandiera tricolore dell’unità d’Italia"

"Il 27 Aprile 1859, con una pacifica e civile rivoluzione, nasceva il governo provvisorio della Toscana; un laboratorio di libertà e democrazia che favorì la volontaria annessione al Regno Sabaudo con il plebiscito del Marzo 1860, creando le condizioni della successiva impresa dei Mille.
La Piazza della Indipendenza e gli avvenimenti di cui è stata testimone, hanno avuto in Guido Nobili, avvocato e scrittore, un testimone oculare e attento cronista; le finestre della sua casa erano un ottimo osservatorio, specie prima della piantagione degli alberi! Nobili criticò questo evento che evidentemente toglieva la bella visuale della Piazza a tutto campo; scrive infatti Nobili: “la piazza di bella, ampia che era, l’hanno borghesemente ristretta coll’averla ombreggiata di tigli”. Lo scrittore nato il 7 Dicembre
1850 al n. 22 della Piazza, scrive in “Memorie lontane”: “Quando vi capita di passare in mezzo a Piazza della Indipendenza, voltate lo sguardo verso tramontana, vedrete quel palazzo, che rimane in linea proprio dietro le spalle di Bettino Ricasoli: quella era casa mia. Sono nato al primo piano, in quella stanza ultima a destra di chi guarda”. Nobili affermava che un giorno su quel palazzo sarebbe stata posta questa epigrafe: “Qui nacque un illustre ignoto, che seppe apprezzare per quello che valeva l’uman genere”.
Così non è stato e i posteri hanno posto questa lapide: “QUI VISSE GUIDO NOBILI (1850-1916) CHE CON ARTE DELICATA RIEVOCÒ LA VITA FIORENTINA DELL’OTTOCENTO”. Nobili, ragazzo di 8 anni, ricorda che, in un’atmosfera di cospirazione, la sua casa era frequentata da Bettino
Ricasoli, Ferdinando Bartolommei e Giuseppe Dolfi; quest’ultimo gestiva un forno in Borgo S. Lorenzo al n. 4 dove un busto e due epigrafi lo ricordano.
Aveva molte ragioni il Nobili a pensare alla cospirazione, poiché quei personaggi furono attivi protagonisti delle vicende rivoluzionarie del 1859.
Nobili aveva notato la madre che cuciva in gran segreto una bandiera tricolore; avrebbe sventolato, per prima, in quel fatidico 27 Aprile 1859, proprio dal balcone della sua casa. Nobili ci tramanda il ricordo del raduno del popolo di Firenze, iniziato alle ore 9 del 27 Aprile 1859, per dare inizio ai patriottici moti che, al grido di “Viva l’indipendenza italiana” e “Viva l’ltalia unita”, abbatterono pacificamente il trono dei Lorena; Nobili si affacciò alla finestra per dare un’occhiata alla Piazza e così descrisse la
scena: “Era un mare di popolo, che ogni tanto urlava a squarciagola con urli che arrivavano in cielo... Io zio Niccolò prese la bandiera, la portò al terrazzo e la sventolò. Urli ed evviva giù dalla piazza accolsero il vessillo tricolore che si spiegava al sole in una bella giornata di primavera. Era il vessillo dell’unità d’ltalia, che il 27Aprile in tutta Firenze, e dalla casa mia per il primo, compariva alle acclamazioni del popolo. Poco dopo altre due bandiere sulla piazza sventolavano dai balconi”, ma, asserisce Nobili, la
storia non ha registrato che il primo vessillo fu proprio quello che aveva sventolato dalla sua casa: “chi desse differenti notizie da quelle che asserisco perché veduto coi miei propri occhi, o non c’era, o niente dice di proposito”. “Devo dire”, continua Nobili, che la “grande dimostrazione si è formata sulla Piazza, sotto le finestre di casa del Signor Landucci (il discusso Ministro degli Interni), senza che si udisse un solo grido di odio”; il popolo fiorentino seppe dimostrare di essere capace di fare rivoluzioni non violente, ma anche prive di eccessi verbali, tanto che la rivoluzione fiorentina è rimasta nella storia come la più civile, educata e pacifica delle rivoluzioni; una rivoluzione “in carrozza” se si pensa che una carrozza
imbandierata precedeva il corteo dei manifestanti diretto verso il centro cittadino. Il commento più pittoresco sulla rivoluzione fiorentina, così piena di buon senso, fu espresso dal console francese a Firenze: “Perbacco! E neanche un vetro rotto o una carrozza rovesciata!”. Una rivoluzione così non si era mai vista nel mondo, prima di quel giorno! Nel pomeriggio la rivoluzione era già finita e, come ebbe a dire il Salvagnoli: “alle sei la rivoluzione andò a pranzo...”.
(Tratto da: "PIAZZA DELLA INDIPENDENZA A FIRENZE, Le origini, gli aneddoti, le storie di vita. Il 27 aprile 1859, con una pacifica e civile rivoluzione, fu avviato il processo di unità nazionale. Sventola in Piazza la bandiera tricolore", a cura di Manfredo Fanfani

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