Angelo Pietrasanta e la decorazione di Villa Oppenheim (l'attuale Villa Cora)


"Se, come abbiamo avuto ormai più volte occasione di sostenere, la pittura dei Macchiaioli ha offuscato in Toscana la fama di tutti gli altri pittori da Accademia o di Romanticismo storico, a maggior ragione sono stati totalmente dimenticati tutti gli artisti “non toscani“, che ebbero importanti commissioni a Firenze nella seconda metà dell’Ottocento in particolare nel periodo in cui Firenze fu capitale d’Italia (1865-1870). È stato questo il caso del pittore Lombardo Angelo Pietrasanta, giustamente considerato “un protagonista della pittura lombarda del secondo Ottocento“. […] nacque a Cologno Monzese il 27 novembre 1834 […]. Scoperto il proprio talento artistico dal 1850 frequentò a Milano l’Accademia di Brera […]. Al termine dei corsi ottenne il premio più ambito ovvero il pensionato artistico, che consisteva in un soggiorno a spese dell’Accademia un anno a Roma, uno a Firenze uno a Venezia, oltre all’esenzione dal servizio militare sotto l’Austria. Fu tra gli allievi prediletti del vecchio Francesco Hayez. […] gli anni tra il 1858 e il 1860 li trascorse tra Firenze e Roma […] a Firenze, dove aveva già soggiornato durante un precedente viaggio nel quale aveva conosciuto Telemaco Signorini, giunse per il pensionato il 5 novembre 1858. […] Signorini ricorda come Pietrasanta fu al caffè Michelangelo nel 1855, insieme Odoardo Borrani, Vincenzo Calabianca, Cristiano Banti, Antonio Fontanesi. […] In questi anni durante questo secondo soggiorno fiorentino Pietrasanta poté copiare dipinti antichi degli Uffizi. […] Rientrato in Lombardia si stabilì a Milano dove svolse attività di ritrattista per la ricca borghesia locale. […] Il Pietrasanta diventò pittore assai ricercato, fu chiamato nel 1870 a Firenze per adempiere a un l’altro importante incarico. Firenze, che era stata capitale d’Italia tra il 1865 e il 1870, abbattute le antiche mura cittadine, si andava espandendo secondo il piano urbanistico dell’architetto Poggi, con la creazione dei nuovi lungarni, di viali di circonvallazione e del viale dei Colli, sul modello dei boulevards parigini. La commissione affidata a Pietrasanta fu appunto quella di affrescare le sale di una villa appena realizzata proprio sul nuovo viale dei Colli, per il banchiere e finanziere Gustavo Oppenheim, appartenente a una ricchissima famiglia di origine ebraica, che aveva interessi commerciali ad Alessandria d’Egitto; entrato in rapporti con i banchieri fiorentini Emanuele Fenzi, principale azionista della ferrovia Leopolda, nonché il proprietario di palazzo Marucelli a Firenze, l’Oppenheim ne aveva sposato una nipote, la bellissima Eugenia; aveva quindi incaricato Carlo Fenzi, zio della moglie, di acquistare per suo conto un lotto di terreno di grandi dimensioni sul viale dei Colli e di chiamare il miglior architetto il più alla moda per redigere il progetto di una lussuosa, villa: essendo il Poggi oberato di lavori, l’incarico fu affidato a un allievo del suo studio, Pietro Comparini Rossi. Quest’ultimo, nell’adempiere l’incarico ebbe come modello di riferimento la villa che il Poggi stesso aveva eseguito da pochi anni sul Lungarno Nuovo per la Baronessa Fiorella Favard, realizzando un edificio in stile neorinascimento, che si presentava esternamente come un volume pressoché cubico, con facciate spartite da lesene e finestre trabeate, composto da piano terreno, primo piano e ammezzato nel sottotetto per la servitù. Per la sistemazione dell’interni fu chiamato l’ingegner Eduardo Gioja, conosciuto dall’Oppenheim in Egitto, che secondo i desideri del committente eseguì tra agli altri ambienti la sala bizantina, con la curiosa decorazione con motivo di carte da gioco, e la sala moresca, per la quale l’Oppenheim stesso  dettò l’iscrizione in arabo da trascrivere in oro al centro del soffitto; per la sala da ballo al piano terreno e per la camera da letto e il boudoir di Eugenia Fenzi al primo piano fu scelto più opportunamente uno stile neorococò. Per questi ambienti Gioja si avvalse dell’opera del decoratore Antonio Careminu, dell’ornatista Luigi Samoggia e appunto del pittore Angelo Pietrasanta. […]."
(Tratto da: Il pittore Angelo Pietrasanta e la decorazione di Villa Oppenheim a Firenze, di Ricardo Carapelli, in Le Antiche Dogane, febbraio 2012)

(Foto tratte dai siti di: Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini,  Il Messaggero, Villa Cora)






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