La grammatica di Luca Della Robbia

“[…] Per tutto il Medioevo e oltre, almeno fino al primo Cinquecento, quando si diceva grammatica si pensava al latino. Latino uguale grammatica; grammatica uguale latino.
Il che vale anche nel caso della preziosa formella di marmo scolpita da Luca Della Robbia per il campanile di Giotto. Il bassorilievo si trovava sul basamento inferiore, dalla parte del campanile rivolta verso Santa Maria del Fiore, la cattedrale di Firenze. E faceva parte di un ciclo raffigurante le arti liberali, ovvero le attività considerate degne degli uomini <<liberi>>: di chi poteva e doveva avere un’adeguata preparazione intellettuale. Nei vari esagoni erano raffigurate l’astrologia (con un’immagine di Pitagora o forse di Tolomeo, grandi scienziati dell’antichità), l’aritmetica, la musica, la filosofia (con Platone e Aristotele, i due grandi filosofi greci) e appunto -  nella ventesima formella - la grammatica.
Qui l assenza è quella di una lezione: a destra ci sono due scolari, uni intento a scrivere, l’altro a leggere; a sinistra c’è il maestro. Laporta aperta sullo sfondo simboleggia il fatto che attraverso la grammatica si poteva aver accesso a tutte le arti. […] Secondo la tradizione, il maestro raffigurati nella formella dovrebbe essere Prisciano di Cesarea (vissuto nel IV secolo d. C.) o forse Elio Donato (vissuto due secoli dopo). […] Si tratta di dei due grammatici latini più studiati nel Medioevo. […]”
(Tratto da: Il Museo della Lingua Italiana, di Giuseppe Antonelli, Mondadori, 2018)

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