Il Granduca Gian Gastone

“[…] Scrive Harold Acton che <<la giornata del Granduca s’iniziava a mezzogiorno […] pranzava sempre alle cinque del pomeriggio e cenava alle due di notte. Mangiava sempre da solo e di solito a letto […]>>. Non si contano le giornate che Gian Gastone trascorreva interamente preso da interinali orge con decine di ragazzini fatti arrivare dai quartieri più poveri. Venivano reclutati dall’amante Giuliano Dami, ladro e complice di scorrerie, che li pagava con i ruspi (fiorino o zecchino gigliato) e pre questo soprannominati “ruspanti”. Questi ultimi (si dice fossero quasi quattrocento) erano molto temuti dal popolo e dagli aristocratici che mal sopportavano il granduca perché, organizzati in parecchie bande, seminavano panico e violenze tra la gente. […]”
(Tratto da: Storia & storie della Toscana, ed. Medicea, articolo di Alfredo Scanziani)

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