La Golardia a Firenze

Testo di Roberto Di Ferdinando

Come indicato nel mio precedente post (http://curiositadifirenze.blogspot.it/2012/06/lantica-universita.html), l’attuale via dello Studio deve il suo nome allo Studium Generale, cioè alla scuola di arti superiori fondata nel 1350 nell’attuale palazzo al numero civico 1. Insegnavano in questa scuola autorevoli  docenti, tra cui spiccavano Angiolo Poliziano, Cristoforo Landino, Leonardo Dati e Carlo Marsuppini . Le loro lezioni ben presto iniziarono ad essere seguite da un numero sempre più alto di studenti. E la tradizione (leggenda?), vuole che proprio tra gli studenti dello Studium nacquero le prime organizzazione goliardiche. Infatti, gli studenti avevano scelto quale loro protettore Golia, simbolo di forza ma anche di dispettosità, e non a caso la loro condotta era ispirata dallo smisurato divertimento e dal  godere i piaceri della vita, il tutto in spensieratezza. Per queste loro condotte esuberanti, chiassose e di gruppo, i fiorentini tra il divertito e la burla iniziarono a chiamare questi giovani, “goliardi” (seguaci di Golia).
Così questi studenti erano descritti da Antonino Pierozzi (1389-1459), arcivescovo di Firenze e futuro santo: "Vanno a scuola non per imparare la dottrina ma per apprendere quel che meglio sarebbe non sapere. Formano tra di loro cattive e turpi società, e si tengono uniti tra di loro solo per far del male. Se entrano in una chiesa non vi vanno per le cose divine ma per guardare le donne o per chiaccherare. Fanno risse e partiti per eleggere il rettore." Pierozzi ne aveva anche per il corpo docente: "Ottengono il titolo d'insegnante per mezzo dell'adulazione e di doni, e pur vedendo le colpe dei signori e dei potenti tacciono per non dispiacere ad essi. infine non ammaestrano i poveri se non per denaro."
RDF




Da alcuni giorni alla Biblioteca Marucelliana è aperta la mostra sulla Goliardia in Toscana.
La Goliardia in Toscana   dal XIX al XX secolo: Editamus igitur
31 maggio - 31 agosto 2012
Biblioteca Marucelliana
Via Cavour 43-47 - 50129 Firenze
Orario mostra:
lunedì-venerdì: 9.00-17.00
chiusa il sabato e i festivi
Dal sito della Biblioteca Marucelliana
"Goliardia è cultura e intelligenza è amore per la libertà e coscienza delle proprie responsabilità sociali davanti alla scuola di oggi e alla professione di domani.
È culto dello spirito che genera un particolare modo di intendere la vita alla luce di una assoluta libertà di critica, senza alcun pregiudizio di fronte ad uomini ed istituti.
E'infine culto delle antiche tradizioni che portarono nel mondo il nome delle nostre libere università di scholari". (Caffè Floriàn,Venezia, 8 giugno 1946, dal Primo Convegno dei Principi di Goliardia).
Le otto sezioni della mostra offrono al visitatore un breve excursus della Goliardia italiana tra Otto e Novecento, con un'attenzione particolare per Firenze e la Toscana. Una prima parte è dedicata alle origini ottocentesche e al fascino del Medioevo; una seconda alla Goliardia fiorentina dalla fine del XIX secolo al dopoguerra; trovano poi spazio le feste dei goliardi, dalle Feriae Matricolarum alle sfilate carnevalesche fino agli spettacoli e ai loro canti, e una vasta scelta di riviste e numeri unici novecenteschi.
L'esposizione si apre con il manoscritto di Antonio Benci, letterato che frequentò l'Università pisana negli anni a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, in cui si trovano i prodromi di quello che verrà successivamente definito "processo alle matricole". La vetrina è poi dedicata ai poeti del Caffè dell'Ussero, crocevia della vita politica e letteraria pisana, che fa da cornice agli episodi spesso ricordati dai letterati nelle nostalgiche memorie universitarie e oggi considerati come le prime manifestazioni del moderno spirito goliardico. Intorno alla metà del secolo è sempre nello storico caffè che si riuniscono gli studenti che partiranno con il Battaglione Universitario Toscano per Curtatone e Montanara, ed è ancora all'Ussero che Carducci racconta di aver festeggiato la sua laurea.
Segue una vetrina sulla riscoperta del Medioevo, della poesia dei Clerici Vagantes e dei Carmina Burana, e sull'origine della fortuna che ha accompagnato la parola "goliardo" nel nostro paese.
L'ambiente culturale fiorentino, a cui è riservata la sezione successiva, ricopre un ruolo fondamentale nella rivalutazione della poesia medievale, con il professor Adolfo Bartoli in primis. I suoi studenti del Reale Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento di Firenze Luigi Gentile, Alfredo Straccali, Severino Ferrari, Giovanni Marradi e Guido Biagi, fondarono nel 1877 de "I Nuovi Goliardi", rivista che tanta parte ha avuto nella rinascita della Goliardia in epoca moderna. Ampio spazio è assegnato anche alla vita studentesca fiorentina prima e dopo il secondo conflitto mondiale, dalla fondazione dell'Università Statale alla rinascitadegli Ordini goliardici nel dopoguerra attraverso il periodo fascista e i G.U.F.
Le ultime vetrine documentano le manifestazioni goliardiche e quel genere di produzione editoriale, i numeri unici, con cui è giunto fino a noi lo spirito irriverente e dissacratorio degli studenti universitari e dei loro scanzonati festeggiamenti. Pur non potendo prescindere dal panorama nazionale, si è dedicata particolare attenzione alla Toscana e agli eventi con cui gli studenti, questa volta di Pisa e Siena, nel corso del secolo appena trascorso hanno coinvolto le loro città: le Feste delle Matricole e gli spettacoli teatrali.
Infine, dalla ricca collezione di spartiti musicali della Biblioteca viene proposta una serie legata al mondo goliardico e a quei canti che hanno accompagnato la vita degli studenti.
Al centro della Sala la teca offre una panoramica sulla vasta produzione editoriale studentesca del Novecento: riviste e numeri unici che dall'inizio del secolo al dopoguerra testimoniano un'attività di matrice goliardica anche in città che non sono mai state sede di università, come Empoli, Lucca, Pistoia e Prato.
In appendice alla mostra, nella vetrina Della sala Prestito-distribuzione, una breve e significativa scelta di bibliografia "goliardica" con altri testi sulla storia della Goliardia, numeri unici, spartiti, canti e opere teatrali.
Documenti e testimonianze che ci riportano a più riprese nel tempo al chiassoso, esuberante, boccaccesco e allo stesso tempo eroico spirito degli studenti. Una storia della goliardia che fa parte anche della nostra storia e in particolare di quella dei tanti studenti che nel corso degli anni hanno frequentato la Biblioteca Marucelliana.
Info mostra:
e-mail: b-maru@beniculturali.it (istituzionale)
mbac-b-maru@mailcert.beniculturali.it (certificata)
Tel. +39 05 52 72 22 00 / 21 06 02 / 21 62 43
Fax +39 05 52 94 393

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